Saudade
Io del Portogallo non sapevo nulla, era un terra, un paese a cui non avevo mai pensato.
Mi capitò nel ’94 di leggere Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi e decisi di partire. Dovevo sentire nelle scarpe, vedere con i miei occhi la Lisbona di Pereira, e di Tabucchi.
Fu un viaggio lunghissimo, un Interrail, di quelli che la terra la senti e la respiri.
Mi innamorai di Tabucchi, di tutti i suoi libri, delle storie dolci come poesie e sferzanti come urla di dolore. Scoprii così il Portogallo e credo di sentirne la saudade.
Quando, in questi giorni durante la Fiera del Libro per Ragazzi, l’editore portoghese di Bags of Books ha portato in libreria il testo Saudade, di Claudio Hochman illustrato da João Vaz De Carvalho, sapevo già che avrei amato quel libro, una mia amica me ne aveva parlato talmente tanto che mi sembrava di conoscerlo a memoria senza averlo mai visto.
Sapevo che Vaz De Carvalho aveva dato corpo a Fernando Pessoa, sfogliate pure il libro e vedrete se non vi ricorda il poeta dell’inquietudine.
Avrei voluto presentarvi Saudade prima, forse l’avrei fatto senza ripensare a Sostiene Pereira, ad Antonio Tabucchi e alla sua ultima lezione su come la scrittura sente il tempo ascoltata lo scorso anno a Roma.
Del Portogallo durante la Fiera abbiamo visto i colori, con Saudade potrete dare corpo a quei colori, e poi continuando con Sostiene Pereira, capirete fino in fondo cos’è la Saudade.
Chissà se l’editore Feltinelli sceglierà di riproporre il testo di Tabucchi nella nuova collana destinata ai ragazzi, noi ci speriamo.
Agata Diakoviez
Libreria Giannino Stoppani, Bologna