Trame di civiltà
Tutti i giorni a Tunisi davanti all’Ambasciata Italiana in rue de Russie delle donne manifestano.
Ciascuna ha tra le mani una foto che ritrae solitamente un giovane ragazzo: alcuni sorridono, altri perforano l’immagine con uno sguardo che chiede di non essere dimenticato.
Queste donne sono le mamme dei giovani partiti dalle coste africane per il continente europeo.
Il loro chiedere notizie sui loro congiunti ci riporta ad altre madri, a quelle che in Argentina non hanno mai smesso di chiedere notizie dei loro figli scomparsi.
Domenica scorsa il presidente della Regione italiana che ospita l’Expo ha dichiarato che punirà, sottraendogli delle risorse economiche, i sindaci della “sua” Regione che daranno ospitalità ai migranti che arrivano sulle coste europee.
Ha ricevuto il plauso dei suoi sodali e di altri suoi omologhi di carica.
Del mondo, il presidente della Regione dell’Expo 2015, è disposto ad accogliere solo gli stranieri espositori e visitatori paganti. Tutto il resto fuori.
Domani a Rimini inizia Mare di libri il festival dei ragazzi che leggono, il primo appuntamento in programma è con Tahar Ben Jelloun che sarà intervistato da Carlo Annese su Come (non) si diventa razzisti.
Non esiste nessuna cultura che non contempli l’accoglienza e l’ospitalità come qualcosa di sacro, il razzismo continuamente esercitato dal potere ha annullato qualsiasi memoria di accoglienza, è imbarazzante, e quel che è peggio è che ammaestra e ammutolisce.
I libri, le storie, servono a questo, servono a cercare le parole, sono il tessuto della memoria, la linfa che nutre il pensiero.
A Rimini, in questi giorni, i ragazzi incontreranno culture diverse, storie nutrite di memoria perché nessuno nasce razzista, nessuno è senza una sua storia che non valga la pena di essere accolta.
Ci vediamo a Rimini.
Agata Diakoviez